Toccare il fondo Ci risiamo, ecco gli sgravi alle private Un tempo avremmo parlato di una malattia, oggi ci siamo convinti che sia lo stato normale dei governi di centrosinistra o di centrodestra che siano, quali che fossero i ministri alla pubblica istruzione, Luigi Berlinguer o Mariastella Gelmini. Difficile capire chi faccia più danni, certo che nel momento nel quale si crea una pseudo maggioranza di solidarietà nazionale, ecco anche il caso peggiore. Non parliamo poi se il ministro in questione ha idee tanto chiare da voler fondare il partito liberal democratico italiano e tempo due mesi si trova ad aderire a quello socialista europeo. Sicuramente si meritava come sottosegratario un altro transfuga Forza Italia, Pdl, Ncd, come il suo sottosegretario Toccafondi. Ci vuole poco a toccare il fondo. Come possiamo dare la possibilità anche a due operai di scegliere se mandare il figlio in una scuola pubblica o in una paritaria? Semplice, risponde Toccafondi, “Detraendo fiscalmente almeno parte della retta da pagare”. Qualcuno voleva capire cosa fosse esattamente la “Buona scuola” del governo di Matteo Renzi? La possibilità di un aiuto per le famiglie con i figli negli istituti non statali. Mentre uno studente della paritaria secondo il sottosegretario Toccafondi costa circa 450 euro, uno della statale ben 6800. Un divario inaccettabile una volta che sia scuole paritarie e scuole statali sono riconosciute parti di un medesimo sistema. Figurarsi se questa non era la stessa visione del ministro da sempre una paladina della “libertà di scelta educativa per le famiglie”. Giannini non perde occasione per dire che “il sistema pubblico ha due pilastri, scuola statale e non statale, come lo stabilisce la legge”. Purtroppo mancano le misure che rendono completamente attuato questo processo. Tanto è bastato per far esultare la Compagnia delle Opere e l’Associazione dei genitori delle scuole cattoliche. Si capisce. Una volta aggirata la lettera della Costituzione la strada per loro sarebbe stata spianata e ora non hanno che da aspettare nuovi finanziamenti. Tanto oramai la scuola pubblica la conosciamo è quella dove i genitori sono costretti a comprare il cancelletto come la carta igienica e magari fare una colletta per riparare il tetto. Diamo anche le detrazione fiscale a chi manda i figli alle private e a quel punto si fa prima ad appaltare al Vaticano l’organizzazione dell’istruzione in Italia. Abbiamo solo una speranza a proposito: Renzi. Il presidente del Consiglio ancora non ha aperto bocca su tutta questa vicenda. Si dirà che il premier viene pur sempre dalla democrazia cristiana, un partito cattolico per eccellenza. Appunto è molto più facile che i cattolici, vedi De Gasperi, si rendano conto della necessità di difendere lo Stato nelle sue prerogative costituzionali che certi liberali improvvisati e d’accatto preoccupati di farsi un nome e della loro carriera. Roma, 26 febbraio 2015 |